Pietro Arnaldo Terzi – Vita e morte di un sindaco antifascista, 2015 P. MENEGHINI, A. PALUMBO

 

Commento di Alessandro Palumbo

A. Palumbo
L'avvocato Pietro Arnaldo Terzi socialista e sindaco di Sarzana dal novembre 1920 è stato il protagonista del “fatti di Sarzana”. Lucidità e moderazione e nel contempo forza di carattere sono state le armi che hanno evitato una strage e contenuto il più possibile la rabbia popolare. La casualità della storia ha voluto che nel suo mandato si trovasse ad avere a che fare non solo con uno dei momenti più difficili del primo dopoguerra ma che questi venissero materializzati in figure del fascismo come quella di Renato Ricci (che Hitler avrebbe tanto voluto al posto di Mussolini) o Amedeo Dumini (il futuro capo del commando che uccise Giacomo Matteotti). Figure emblematiche e torbide della violenza del fascismo che la città seppe respingere.

Quel che accadde dopo poco tempo a Sarzana è noto e molto meno esaltante: Terzi viene indagato assieme alla giunta per reati amministrativi (inesistenti), le sue denunce della violenza fascista cade nel vuoto e l'isolamento politico si fa sempre più forte tanto da convincerlo a rassegnare le dimissioni il 14 luglio del 1922; pochi giorni avanti il primo anniversario del 21 luglio che verrà celebrato dai fascisti a Sarzana alla presenza del futuro quadrumviro Michele Bianchi venuto a commemorare i 14 fascisti morti nel tentativo di assaltare la città: comincia da qui la costruzione della retorica delle vittime della rivoluzione fascista trucidate dalla violenza dei “rossi”; sarà uno dei punti cardine della propaganda del fascismo vincente e della manipolazione della vicenda sarzanese. Il 27 maggio 1923 si tengono le elezioni amministrative, fresche del trionfalismo della marcia su Roma a Sarzana i fascisti stravincono ottenendo la maggioranza assoluta dei seggi.

Terzi se ne va a Sestri Levante ,dove non esercita più la professione di avvocato ma lavora come impiegato ai cantieri di Riva Trigoso; per venti anni della sua vita non abbiamo quasi notizie e tantomeno notizie certe. Forse Terzi voleva solo essere dimenticato. Ma qualcuno non si deve esse scordato dell'uomo che con Sarzana, unica città assieme a Parma, cercò di fermare il fascismo e, nei primissimi giorni di febbraio del 1944, il nome di Terzi compare assieme a quello di altre persone in un mandato d'arresto firmato da un ufficiale delle SS (la ormai tristemente famosa “lista dei dodici”). Nonostante il tentativo dei carabinieri di farlo fuggire,Terzi viene fermato e internato prima nel carcere di Marassi a Genova e poi nel campo di smistamento di Fossoli, presso Carpi. La macchina della sua sorte si è messa in moto e a nulla servono gli interventi, anche di avversari politici di alto rango come il ministro della cultura della Repubblica Di Salò, il sarzanese Carlo Alberto Biggini, che provano a salvarlo. Più in alto probabilmente è stato deciso che Terzi venga deportato. Da Fossoli giungono le ultime lettere alla famiglia; da lì Terzi, che ha ormai 63 anni, il giorno 21 giugno 1944 con il trasporto 53 comincia il viaggio verso Mauthausen, dove arriverà tre giorni dopo, il 24. Gli avviene attribuito il numero di matricola 76672. Gli elenchi del castello di Hartheim situato a 20 km dal lager principale , e dove si trovava una Gaskammer , indicano il suo decesso il giorno 13 novembre 1944; da testimonianze però ,“terzi morì quasi subito” , possiamo ipotizzare che il realtà egli sia deceduto poco dopo il suo arrivo, dopo essere stato trasferito nel cosiddetto “campo sanitario”, luogo che a dispetto del nome, non risparmiava nessuno

In quel mostruoso luogo che fu il lager di Mauthausen, Terzi ci è arrivato come innumerevoli vittime del nazifascismo; come ebbe a dire Sandro Pertini, “se tutte le città avessero fatto come Sarzana il fascismo non sarebbe passato” e forse si sarebbero potute salvare milioni di persone.

Alcuni mesi fa mi è capitata una cosa particolare: un distinto signore mi ferma per la strada, viene da Torino e si sta recando a Roma. Mi dice che quando ha visto l'indicazione autostradale di uscita per Sarzana non ha potuto che decidere di fermarsi. Si trattava di un ufficiale dei Carabinieri in pensione e docente di storia militare che mi chiedeva se sapessi indicargli i luoghi dei “fatti di Sarzana”. Mi si aprì il cuore e parlammo a lungo. Gli dissi anche, tra le altre cose, di Terzi e che in sua memoria ad oggi Sarzana ha dedicato solo una piazza in una zona periferica e una targa, dal testo per altro erroneo nei riferimenti, posta nella sala comunale. Molto poco in effetti. Ma ho anche detto a quel gentile signore, che subito dopo la conversazione si sarebbe incamminato verso piazza Jurgens, per fotografare la lapide sul fronte della stazione, che era in corso la richiesta per dedicare la sala consigliare a Pietro Terzi. Cosa che ci appare talmente doverosa che ci auguriamo avvenga in tempi assai rapidi.

Alessandro Palumbo 

Sarzana Luglio 2021 

 

UNA TOCCANTE BIOGRAFIA DEL SINDACO PIETRO ARNALDO TERZI