UN POLIZIOTTO PER BENE 2003 - LUIGI MONARDO FACCINI

 

 da http://www.pipernofaccini.it

 

Luigi Monardo Faccini

UN POLIZIOTTO PERBENE
2002

I Libri dell'Ippogrifo

 

“I fatti di Sarzana del 21 luglio 1921 e quelle che ne furono le conseguenze politiche...
Tre giorni prima, il 18, Ivanoe Bonomi, un ex-socialista, si era presentato in Parlamento chiedendo la fiducia per il governo che Vittorio Emanuele III lo aveva incaricato di formare. Che i carabinieri, per difendere Sarzana, avessero sparato sugli aggressori fascisti sconvolse l’opinione pubblica nazionale. Dibattito parlamentare, votazione e quadro politico ne furono fortemente influenzati. La sinistra votò la sfiducia a Bonomi e pose le basi per future divisioni. Bonomi ottenne la fiducia del centro-destra. Il fascismo, anche se provvisoriamente indebolito, continuò nella sua ascesa.
Fu in questa situazione che Vincenzo Trani, Ispettore Generale di Pubblica Sicurezza e Questore di Roma, ricevette da Bonomi l’incarico di pacificare la Lunigiana. Giunto a Sarzana, identificò nei fascisti i responsabili dell’aggressione, rifiutandosi di reprimere la popolazione e disarmare coloro che avevano difeso la città. Ma le ragioni che stavano portando alla rovina lo Stato liberale causarono anche la sua personale sconfitta.
Inchiesta, requisitoria e giudizio, sulle connivenze degli apparati statali con il fascismo, il libro filtra la Storia di un’epoca attraverso la vicenda di un “servitore dello Stato” che si era sempre misurato con i conflitti sociali del nostro paese.”


“Faccini ha condotto una ricerca serrata, mettendo a fuoco i retroscena che portarono alla sconfitta dell’antifascismo e alla vittoria del fascismo. Non bastò che un poliziotto di rango, fedele allo Stato di diritto, per quello che allora poteva essere nell’ambito della monarchia, si preoccupasse di far rispettare la legge sia ai fascisti che agli arditi del popolo...”

Nicola Tranfaglia, Il Secolo XIX


“Un libro che ricostruisce il contesto nazionale e la particolarissima società lunigiana del 1921, culla dei fatti di Sarzana del luglio. Un atto d’amore per questa terra e una lucidissima diagnosi della disgregazione dello Stato liberale e della resistibile ascesa del fascismo, degli errori della sinistra e della miopia delle principali forze politiche, nessuna esclusa...”

Paolo Pezzino, Il Manifesto


“Basato su scrupolose ricerche d’archivio, Un poliziotto perbene fonde con naturalezza storia e invenzione poetica, tracciando il ritratto poco rassicurante di un paese afflitto da pesanti amnesie...”

Antonello Ricci
,
Zapruder


“Quello di Luigi Faccini è un libro esemplare, che fa ricorso a varie tecniche narrative, dal linguaggio della memorialistica al linguaggio delle fonti e della contestualizzazione. Questo libro è un felice esempio di ibridazione di registri narrativi. Un ottimo esempio di come stare “sul campo” e di confrontarsi rigorosamente con il debordare della storia dai recinti tradizionali...”

Bruno Gravagnuolo, dalla presentazione tenutasi alla Casa delle Letterature-Roma, 30 ottobre 2003, alla quale presero parte: Gianni Borgna, Vincenzo Vita, Egidio Banti, Lorenzo Forcieri, oltre a Marina Piperno e Luigi Faccini.

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Non mi piace il fascismo e non mi piacciono i fascisti

 di Saverio Zuffanti 

Luigi Faccini: Sarzana 1921

Il mio amico Luigi Faccini, che di mestiere fa il regista cinematografico – e che è stato, mi piace ricordarlo, uno dei fondatori di “Cinema e Film”, l’irragiungibile rivista degli anni sessanta, quella degli Aprà, dei Ponzi, degli Ungari, dei Ferrini e di un De Fornari quasi ancora bambino - diresse a suo tempo una pellicola  imperniata sui “fatti di Sarzana” del 1921 ("Nella città perduta di Sarzana" 1980), quando la città ligure reagì a un tentativo di aggressione delle squadre fasciste. In quell’occasione non si assistette alla consueta devastazione delle associazioni popolari, ai libri buttati dalle finestre, alle manganellate. Ci fu una sparatoria, questo sì - per di più gli spari provennero soprattutto dalle armi dei regi carabinieri, che per una volta non chiusero un occhio - ma i cadaveri rimasti sul selciato non furono quelli dei “sovversivi”, furono cadaveri fascisti... Ce n’è dunque abbastanza per riflettere.

Al mio amico regista, che in quei luoghi estremi della Liguria orientale, la Liguria lunense e apua, ha le sue radici, non è bastato il film e a distanza di più di vent’anni (il film, Nella città perduta di Sarzana, è del 1980) a quegli stessi avvenimenti ha dedicato un libro che si intitola Un poliziotto perbene.  Esce con un editore minimo e sconosciuto, Ippogrifo Liguria, e si presenta pudicamente come “romanzo”. In realtà, a differenza di molta della storia romanzata che si legge, e che generalmente si basa su altre pubblicazioni, il libro di Faccini è frutto di lunghe e scrupolose ricerche d’archivio. Ci racconta l’autore:  “presi a rovistare nei faldoni dell’Archivio Centrale dello Stato, a Roma, in lotta con gli acari, che, da mani e polsi, a velocità sorprendente, risalivano al cavo delle mie ascelle”. Il libro è pur tuttavia zeppo di dialoghi sicuramente inventati, benché verosimili o addirittura fondati sui documenti, e non ho serie ragioni per dover smentire la sua appartenenza al genere cui dichiara di appartenere. Il racconto si dipana lungo una ventina di giorni, dal 15 luglio al 4 agosto del 1921, e si sviluppa fra Sarzana, la Camera dei Deputati, Palazzo Chigi, il Ministero dell’interno, prefetture varie, giornali ecc., in brevi capitoli fortemente intrecciati.

Il “poliziotto perbene” del titolo, è Vincenzo Trani, questore di Roma, inviato quale plenipotenziario in Lunigiana del ministero Bonomi. E’ un funzionario preoccupato innanzitutto di far rispettare la legge. Il contesto che si trova a dover governare è il seguente: Il 17 luglio, per vendicare un camerata ucciso, viene organizzata dai fascisti una spedizione punitiva capitanata da Renato Ricci. Le cose prendono una piega inattesa e sul terreno rimangono cinque morti. Ricci viene arrestato. Qualche giorno dopo, nella notte fra il 20 e il 21 luglio, affluiscono in Lunigiana, guidati da Amerigo Dumini, centinaia di fascisti (ci si avvicina al migliaio) decisi a liberarlo. Sarzana è inoltre una città “rossa” che merita una punizione esemplare. In città, a scopo difensivo,  si sono organizzati anche gli “arditi del popolo”, mal compresi e perfino osteggiati dai loro partiti e movimenti di riferimento: comunisti, socialisti, anarchici e repubblicani. Ma a ricevere i fascisti ci sono i carabinieri del capitano Guido Jurgens, che ordina il fuoco. I fascisti, fermati sulla piazza della stazione, sbigottiti, prendono a disperdersi. Nel fuggi fuggi incapperanno in gruppi di arditi e di popolani. Alla fine i morti saranno quindici.

Il romanzo non ricostruisce direttamente questi fatti, ma si preoccupa soprattutto di tracciare le relazioni fra il plenipotenziario, che difende il suo operato, e il governo, del quale svela le velleità, gli opportunismi, l’assenza di lungimiranza. Sottraendosi alla dimensione della saga popolare, che sarebbe stato forse improprio ma comunque facile da riferire, Luigi Faccini vuole, attraverso la trama che muove nel libro, render chiara la conclusione: che i fatti di Sarzana sono lì a dimostrare che se le forze governative avessero accantonato i loro maneggi così da rendere operante un principio di legalità, dando fra l’altro un segnale di fermezza agli organismi di polizia, il fascismo sarebbe stato possibile fermarlo sul nascere. E’ interessante la testimonianza  resa da Umberto Banchelli, uno dei fascisti accorsi a Sarzana, in un libro di memorie uscito l’anno successivo ai fatti e che è ricordato da Angelo Tasca nel classico Nascita e avvento del fascismo: “il fascismo non ha potuto svilupparsi che grazie all’appoggio degli ufficiali, dei carabinieri e dell’esercito: i dieci fucili hanno messo in fuga cinquecento fascisti non solo perché hanno sparato, ma perché sparando hanno messo una volta tanto fuorilegge gli squadristi, sbalorditi di trovarsi bruscamente dall’altra parte della barricata”.

 

Quanti fossero interessati a Un poliziotto perbene e non lo trovassero in libreria possono richiederlo a

Ippogrifo Liguria, Via Severino Zanelli 35 – 19032 Lerici (SP) – Tel.: 0187 965167

oppure a

blerici@comunelericisp.it