Il Presidente del consiglio Rampi assente alle celebrazioni del 21 luglio
di Paolo Bufano da Città della Spezia
l modo in cui il Presidente del Consiglio Comunale di Sarzana Rampi
interpreta il suo ruolo istituzionale è davvero curioso. Egli, prima
ancora di regolarne i lavori "con imparzialità ", "rappresenta l'intero
Consiglio Comunale" (art 7 regolamento del C.C.), ovvero l'organo
collegiale nel quale sono rappresentati - per mandato popolare - tutti i
cittadini del Comune, i quali - per il suo mezzo - esprimono
democraticamente, in forma sintetica, la loro volontà sulle materie di
loro sovranità e di sua competenza, ed in esso Consiglio si
identificano come comunità plurale.
Dunque la rappresentatività
dell'intera cittadinanza - attraverso quella del Consiglio -
appartiene al Presidente del Consiglio Comunale, non al Sindaco, il
quale invece "è responsabile dell’amministrazione ed è il legale
rappresentante del Comune" ossia e' chi guida l'amministrazione che
governa pro tempore la Città e compie gli atti giuridici formali che
discendono da tale funzione di governo (art.10 dello Statuto comunale).
Tanto è vero che molti sindaci, appena eletti, manifestano l'intenzione
di rappresentare l'intera comunità cittadina, come un "di più"
simbolico rispetto alle proprie mansioni istituzionali.
Ora guardiamo
le Celebrazioni del Centenario del 21 luglio, che si sono articolate in
momenti rievocativi e commemorativi diversi.
Dov'era il Presidente
del Consiglio Comunale? Toccava a lui (o quantomeno anche a lui)
depositare corone, salutare ospiti, tenere allocuzioni, presenziare alle
conferenze in rappresentanza dell'intero Consiglio Comunale è quindi
dell'intera Comunità cittadina.
Ma nessuno lo ha visto in giro.
C'è
stata la Sindaca, che però è 'solo' la responsabile
dell'amministrazione e colei che compie gli atti giuridici formali quale
legale rappresentante dell'ente. Non ha la rappresentatività
dell'intera Comunità cittadina, ma solo "dell'Amministrazione".
Il
Presidente Rampi non 'corrisponde' al Presidente della Repubblica
Mattarella, ma neppure al Presidente del Consiglio (capo dell'esecutivo e
figura 'di parte'); Rampi corrisponde ai Presidenti di Camera e Senato,
i quali - rappresentando i due rami del Parlamento - incarnano (in modo
complementare o supplettivo rispetto al Capo dello Stato) l'intero
Popolo italiano (come nel caso di Rampi l'intera comunità cittadina).
E
Casellati e Fico non mancano di esercitare con autorevolezza e
puntualità questa 'missione' istituzionale nelle occasioni in cui si
celebri una ricorrenza reputata patrimonio condiviso della comunità,
indipendentemente dal loro personale 'sentiment' o dalla maggiore o
minore intima condivisione del valori che vengono esaltati nella
circostanza. Ma il Presidente Rampi, alle numerose Celebrazioni per il
Centenario dei Fatti del 21 luglio del 1921, non solo non ha speso una
parola, non si è proprio mai fatto vedere...
In compenso, qualche
giorno dopo, dovendo la Amministrazione Comunale di centrodestra
rispondere - dinanzi a centinaia di cittadini - delle proprie
inadempienze e della propria inerzia per effetto delle quali una
pregiata area monumentale della Città rischia seriamente di essere
deturpata da un gigantesco impianto di teletrasmissioni dalla dubbia
salubrità, chi c'era - a fronteggiare il legittimo allarme e il
sacrosanto risentimento dei residenti della Fortezza e a tentare di
difendere - da par suo - l'indifendibile posizione di Giunta e
maggioranza di destra accanto ad un imbarazzata Assessore Campi? Ma il
Presidente Rampi, naturalmente.
Sarebbe un po' come se - a difendere
la posizione del Governo sul Ponte Morandi, dinanzi ad una folla di
residenti esasperati - si presentassero la Presidente Casellati o il
Presidente Fico a spiegare, giustificare ed assumere impegni a nome e
per conto del Governo...
Il Presidente del Consiglio Comunale
conserva naturalmente il suo diritto di manifestare le opinioni proprie e
del suo partito all'interno dell'assemblea consiliare e di intervenire
per esprimere liberamente il proprio pensiero in ogni sede, ma è del
tutto improprio - e dovrebbe costituire ragione di imbarazzo per tutti -
che egli abdichi al suo ruolo istituzionale per ragioni di
(discutibile) ideologia e nel contempo esorbiti rispetto al suo ruolo,
sia pure nel volonteroso intento di supplire alle carenze nella
iniziativa e nella comunicazione di chi governa la Città".
Paolo Bufano Partito Democratico Sarzana