20 LUGLIO 1921: LA NOTTE INSONNE DI PIETRO ARNALDO TERZI di Egidio Banti

 

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dalla pagina Facebook di Egidio Banti 

L'immagine postata qui sopra è la fotocopia di due pagine del vocabolario di latino su cui studiarono i fratelli Terzi, Pietro Arnaldo e Ugo (nelle foto), al liceo di Spezia. Le annotazioni a penna sono autografe del futuro sindaco di Sarzana.
Una citazione latina, oggi quasi illeggibile, riprende una definizione di Cesare che si deve a Velleio Patercolo: "vir mitis", ovvero buono d'animo, e insieme rigoroso nella gestione della cosa pubblica.
Il mio prozio Terzi - era fratello della mia nonna materna, motivo per cui quel vocabolario è poi pervenuto a me - non poteva immaginare che quella frase i casi della vita l'avrebbero di fatto adattata a lui.
Forse lo pensava però nella notte insonne tra il 20 e il 21 luglio di cento anni fa, che egli trascorse nel suo ufficio in Comune, premuto tra chi, anche tra i suoi, insisteva perché la popolazione scendesse armata in piazza, e le parole del capitano Jurgens, che lo aveva assicurato sull'impegno dei carabinieri nel contrastare l'imminente arrivo delle squadre fasciste. Terzi attese l'alba nel suo ufficio, così come Jurgens nel suo comando. I fatti dettero loro ragione: quell'"imperio della legge", che a Roma i partiti di allora invocavano purtroppo inutilmente, a Sarzana venne rispettato, e chi lo oltraggiava messo in fuga.
In quella notte si segnò il futuro destino di Terzi, e la sua morte ingiusta nel lager austriaco di Hartheim: molti anni dopo, ma non così tanti da far dimenticare ai fascisti l'onta subita.
Terzi fu perseguitato, deportato ed ucciso non per vendetta di violenze o malversazioni - nulla, ma proprio nulla fior di ispettori fascisti o filo-fascisti riuscirono a trovare a suo carico - ma per una cosa soltanto: perché quella mattina, dopo la notte insonne, Sarzana vinse grazie all'intesa forte tra amministrazione democratica e arma dei carabinieri. Cioè tra il popolo e lo stato. Velleio Patercolo ne sarebbe stato contento. I fascisti no
 
Egidio Banti