100 anni dai fatti di Sarzana del 21 luglio 1921 di Nicola Caprioni

 


Una data che molti vorrebbero dimenticare, offuscare, cancellare o diluire nella memoria. Alcuni tentano anche di rovesciarne la narrazione.
Perché è una data scomoda la ricorrenza di Sarzana? Perché a Sarzana si verificarono alcuni eventi, che furono unici in quel periodo. Non ricostruirò quindi la cronologia degli eventi, ma cercherò di capire quali furono gli errori degli antifascisti in Italia, proprio a partire dai fatti di Sarzana.
La sinistra italiana, pur essendo sotto attacco dallo squadrismo fascista, continuava a litigare nella propria area, come i polli di Renzo, cui presto avrebbero tirato il collo.
Sbagliarono i socialisti riformisti, perché adottarono una linea moderata, ma non al punto di spingerli ad andare al governo. Probabilmente il loro ingresso al governo avrebbe spostato gli equilibri e consentito una forte azione di scioglimento e disarmo delle bande armate fasciste.
Sbagliarono i massimalisti, perché gridarono tanto alla rivoluzione, ma non furono in grado di farla e, forse, non la volevano neppure fare. Di fronte a un partito armato, occorre armarsi
Sbagliarono i comunisti, perché fecero la scissione nel momento sbagliato. Lenin disse “la cosa giusta nel momento sbagliato”. Il settarismo “purista” impedì loro di cercare l’unione delle forze antifasciste.
Eppure a Sarzana il primo elemento che salta agli occhi è originalità del movimento degli Arditi del Popolo, una formazione spontanea, nata da alcuni reduci di guerra antifascisti e dalla confluenza di lavoratori. La forza del fascismo era una solo: la violenza e gli omicidi. Le squadracce arrivavano, uccidevano il capolega socialista e imponevano ai contadini le condizioni del padrone. Devastavano comuni, giornali, case del popolo, sedi socialiste, anarchiche, comuniste, repubblicane e anche popolari, uccidevano e bastonavano. Nessun patto era possibile con loro.
Non si può consentire che i propri quadri vengano uccisi o costretti a fuggire e pensare a un “patto di pacificazione.
Purtroppo, per motivi opposti ed entrambi sbagliati socialisti e comunisti non aderirono agli Arditi del Popolo, che ebbero solo l’appoggio degli anarchici, che però erano disorganizzati e dei repubblicani, che erano pochi. Fu così che le squadre armate del fascismo non ebbero rivali.
L’altro elemento è che a Sarzana, si verificò un caso unico in Italia, frutto della nuova direttiva del governo Bonomi, del paziente lavoro del sindaco Terzi e dell’onestà di un ufficiale dei carabinieri, il capitano Guido Jurgens. A Sarzana i carabinieri spararono sui fascisti. Erano solo in nove, ma i fascisti, eroi in branco e armati contro nemici disarmati, dimostrarono che il loro coraggio svaniva davanti a un piccolo drappello di carabinieri determinati. Fuggirono spaventati e non abituati a che qualcuno reagisse alla loro violenza. Furono vittime del terrore e della paura che loro stessi avevano creato, perché i contadini terrorizzati li uccisero nel tentativo di difendere le proprie famiglie.
Sarebbe bastato poco. Sarebbe bastato che polizia, carabinieri, guardie rege ed esercito non spianassero la via agli squadristi, requisendo le armi e arrestando i sovversivi, prima dell’arrivo delle squadracce, che trovavano tutto facile. Sarebbe bastato che si volesse far rispettare l’autorità dello stato e la legalità da un lato. Sarebbe bastato che gli antifascisti si unissero e rispondessero armati alla violenza delle armi.

 Nicola Caprioni